

La Cicerchia bianca di Montefalcone viene coltivata a 1000 m slm su terreni incontaminati che dominano l'alta valle del Fortore e con tecniche di coltivazioni antiche che si tramandano da secoli che assicurano al prodotto genuinità, qualità eccezionale e sapore gustoso. Le dimensioni e la forma sono quelle di un sassolino schiacciato e spigoloso di colore chiaro e stonalizzato. In passato era l’alimento povero per eccellenza che si trovava su tutte le tavole anche nei periodi di miseria. Povero di grassi ma ricco di proteine e vitamine con un sapore selvatico che ricorda quello di tutti gli altri legumi.
Le prime tracce di questo legume, simile ad un sassolino dal colore stonalizzato, risalgono all’8000 a.C.. in Mesopotamia, ma è soprattutto nell’Antico Egitto che divenne un alimento importante della tavola. Per secoli è stato l’alimento che ha permesso ai contadini di sfamarsi in tempi di estrema povertà. Dopo secoli di gloria (in Italia dai Romani fino a dopo il Rinascimento), verso fine Ottocento lasciò il posto a coltivazioni più ‘nobili’ che la fecero lentamente scivolare nel dimenticatoio. Ricca di calcio e fosforo, la cicerchia contiene anche proteine e amidi, vitamina B1, B2 e PP e fibre. È un ingrediente particolarmente eclettico che si presta in molte ricette: ottima in zuppe e minestre, ma anche cucinata in purea o servita come contorno.
Scheda tecnica
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